venerdì 13 dicembre 2013

Consulta vs Acsi

In consulta si litiga come fanno i bambini alla materna... ovvero classica rappresentazione del ns. Bel Paese!!!

Consulta: «Il CONI non ha ordinato nulla»

Pronta e decisa la replica della Consulta sul comunicato di ACSI relativo alla riunione del Coordinamento degli EPS. «ACSI rientrerà solo e quando lo decideremo noi» sono le parole della Consulta.

13 dicembre 2013 - E' una partita senza fine quella che si sta giocando tra ACSI e la Consulta Nazionale di Ciclismo.
Da una parte un ente, l'ACSI, che accogliendo UDACE a braccia aperte un paio di anni fa, mai avrebbe pensato di crearsi così tante grane, dall'altra la Consulta Nazionale di Ciclismo (CNC) che di UDACE non ne vuole proprio sentire parlare e che il 25 novembre scorso ha sospeso ACSI dalla stessa Consulta in quanto parrebbe avere ancora commistioni con l'associazione di Barberis.
L'espulsione ha comportato una serie di azioni da parte del presidente Antonino Viti e del responsabile del Settore Ciclismo, avv. Emiliano Borgna, che sono passate dall'invio di diffide legali ai vari enti della Consulta, al coinvolgimento del CONI fino all'ultima riunione del Coordinamento degli EPS indetta dall'comitato olimpico.
In tale riunione, il Coordinamento ha richiesto alla Consulta di riammettere con immediatezza ACSI tra le loro fila. Si pensava che la partita fosse quindi terminata, ma invece non è così.
Non ha tardato la replica della Consulta, la quale, con un comunicato stampa dell'Ufficio di Presidenza pubblicato sul sito della stessa Consulta nella serata del 12 dicembre, precisa che la decisione della sospensione di ACSI è stata presa all'unanimità dagli Enti (escluso ovviamente Borgna) e solo la Consulta può revocarla, senza pressioni esterne.
La Consulta è un accordo "privato" tra i responsabili dei settori ciclismo dei vari Enti (ricordiamo che alcuni di loro ricoprono alte cariche all'interno del proprio ente) e che quindi non sottostà ad alcun organismo.
Di fatto l'ordinamento del CONI specifica che ogni ente DEVE fare attività SOLO per i propri associati. La Consulta (non tutti gli sport godono di questa comodità) è un accordo privato tra Enti e Federazione per allargare tale disposizione, permettendo la condivisione degli atleti tra i propri componenti.
Pertanto, si legge nel comunicato della Consulta, che l'Ufficio di Presidenza chiederà un'ulteriore riunione per esaminare gli atti documentari che dimostrano gli impegni presi da ACSI (sostanzialmente liberarsi in toto di ogni forma di "udacismo"); atti scritti che sembrano apparsi solo dopo la sospensione del 25 novembre scorso.
Quello che viene chiesto ad ACSI, al fine di potere indire tale riunione, che POTREBBE fare rientrare ACSI nella Consulta SOLO per decisione di questa, è di rettificare la comunicazione ERRATA a riguardo di un interessamento diretto del CONI, in quanto è stato interpellato solo il Coordinamento degli Enti e non il CONI medesimo.

Nello stesso comunicato la Consulta sottolinea che «la Consulta è un tavolo di coordinamento tra gli Enti e la FCI, che vi aderiscono annualmente e che nominano i loro rappresentanti in Consulta, che possono (gli Enti nda) anche sostituire o sfiduciare le persone delegate, come sembra abbiano fatto alcuni degli Enti, in modo sorprendente ed in tempi successivi, dopo che essi hanno approvato la delibera di sospensione dell’ACSI
Quello che ha lasciato perplessi dalla riunione del Coordinamento degli EPS è che, il documento di richiesta di revoca della sospensione sia stato firmato solo da CINQUE enti (di quindici) di cui due NON in Consulta e che, come si legge nel precedente paragrafo, i restanti tre (rappresentati dai presidenti degli stessi Enti) abbiamo firmato l'esatto contrario di ciò che avevano deciso i loro delegati in Consulta, di fatto sfiduciandoli.
Quindi la partita, che ieri pomeriggio sembrava finalmente chiusa, non lo è affatto. Se ACSI vuole fare parte di questo "gruppo di amici" che è la Consulta, deve di fatto comportarsi come il "gruppo" chiede. Ogni altra attività non serve (tanto meno adire alle vie legali), anzi complica solo la situazione.
Giustizie o ingiustizie, non sta a noi giudicare, ma quello che ci preme, per il bene dei ciclisti e organizzatori, è che ACSI rientri in Consulta (sebbene sia un nostro pensiero dato da un'analisi fattiva, che allo stesso ente CONVERREBBE starne fuori) e che quindi si adoperi con attività diplomatiche a tale scopo.

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